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ASSOCIAZIONE DUE SICILIE DI TORINO
COMMEMORAZIONE DEI SOLDATI E CIVILI
DEL REGNO DELLE DUE SICILIE E DEGLI ALTRI STATI ITALIANI
FATTI PRIGIONIERI NELLE DELLE GUERRE DEL 1860-1861
DETENUTI E CADUTI A FENESTRELLE
DOMENICA 6 LUGLIO 2008
Come arrivare a Fenestrelle: Aereo: scalo all’ aereoporto di Torino Caselle, distante circa 60 Km. La società autolinee SAPAV (www.sapav.it) garantisce i collegamenti interni alla valle con più corse giornaliere in coincidenza con l’orario della linea Torino – Perosa Argentina – Fenestrelle.
Auto : dalla tangenziale di Torino imboccando a Stupinigi la strada statale n. 23 (SS23) del Sestriere oppure l’autostrada di recente costruzione passante per Orbassano/Volvera. Dalla val di Susa immettersi sulla strada statale n. 24 (SS24) direzione Cesana Torinese quindi seguire la strada statale n. 23 (SS23) direzione Sestriere e proseguire verso Fenestrelle. La val Chisone e Fenestrelle è facilmente accessibile dalla Francia attraverso il colle del Sestriere, utilizzando il valico del Monginevro o il traforo autostradale del Frejus (Km. 35 da Briançon).
Autobus: In autobus, (autolinee SAPAV) con numerose corse giornaliere da Torino, via Pinerolo, e con una corsa giornaliera dalla Francia (Briançon, Gap, Marsiglia e Grenoble).
Treno: avvalendosi della linea Torino – Pinerolo (www.trenitalia.com) coincidenza con le autolinee SAPAV.
PROGRAMMA : – Ore 09.30 – Incontro degli invitati e dei convenuti nella Piazza del Forte San Carlo di Fenestrelle.
– Ore 10.00 – Visita breve (durata un’ora con guida) della parte bassa del complesso riguardante il solo Forte San Carlo. Per effettuare la visita è obbligatoria la prenotazione al nr. 0121 83600 . – Ore
– 11.30 – Santa Messa e Deposizione di una corona di fiori ai nostri Soldati Caduti nella fortezza.
– Ore 13.00 – Pranzo presso il Forte di Fenestrelle oppure presso i numerosi ristoranti e trattorie della zona.
Per motivi di organizzazione si pregano i riceventi di questo messaggio di comunicarlo e farlo diffondere in ogni modo a tutte le persone ed enti privati e pubblici anche all’estero che possano essere interessati; si raccomandano inoltre gli eventuali partecipanti di voler comunicare la loro adesione alla Associazione Due Sicilie di Torino – Via Principe Tommaso, 33 – 10125 Torino.
Tel. 011 66 88 204 – e-mail: duesicilie.torino@libero.it
Un pò di Storia:
“Le palle al piede, i ceppi e le catene, con il finire del XIX secolo, diventano solo un ricordo drammatico del vecchio carcere duro del regno sardo. Oggi da più parti si ricorda il periodo in cui la fortezza divenne un campo di concentramento per truppe borboniche e papaline. Recenti ricerche sottolineano le pessime condizioni in cui nel 1861 questi militari furono «ospitati» a Fenestrelle: laceri e poco nutriti era usuale vederli appoggiati a ridosso dei muraglioni, nel tentativo disperato di catturare i timidi raggi solari invernali, ricordando forse con nostalgia il caldo di altri climi mediterranei. E’ noto un tentativo di ribellione ideato dai reclusi, piano sventato quasi per caso dalle autorità piemontesi”
tratto dal sito ufficiale del Forte: http://www.fortedifenestrelle.com/Prigioni.html
II ruolo di prigione di stato è stata la principale caratteristica di questa fortezza per molti anni: sia sotto la dominazione napoleonica che, in seguito, sabauda. Molti furono i sacerdoti e i nobili che vi vennero duramente incarcerati per motivi politici prima del 1860. Ma Fenestrelle fu, soprattutto, il luogo di condanna di migliaia di soldati napoletani, siciliani, calabresi, pugliesi, lucani che preferirono la prigionia pur di non abiurare il giuramento di fedeltà alla loro Patria, il Regno delle Due Sicilie. E proprio a Fenestrelle furono vilmente imprigionati la maggior parte di quei valorosi soldati che, in esecuzione degli accordi intervenuti dopo la resa di Gaeta, dovevano invece essere lasciati liberi alla fine delle ostilità. Dopo sei mesi di eroica resistenza dovettero subire un trattamento infame che incominciò subito dopo essere stati disarmati, venendo derubati di tutto e vigliaccamente insultati dalle truppe piemontesi.
Le prime deportazioni dei soldati duosiciliani incominciarono già verso ottobre del 1860. Per la maggior parte furono stipati nelle navi peggio degli animali e fatti sbarcare a Genova, da dove, attraversando laceri e affamati la via Assarotti, venivano smistati in vari campi di concentramento istituiti a Fenestrelle, S. Maurizio Canavese, Alessandria, nel forte di S. Benigno in Genova, Milano, Bergamo e vari altre località del nord. In quei luoghi, veri e propri lager, appena coperti di cenci di tela, potevano mangiare una sozza brodaglia con un po’ di schifoso pane nero, subendo dei trattamenti veramente bestiali. Per oltre dieci anni, tutti quelli che venivano catturati, oltre 40.000, furono fatti deliberatamente morire a migliaia per fame, stenti e malattie.
Quelli deportati a Fenestrelle, ufficiali, sottufficiali e soldati, subirono il trattamento piú feroce, ma mai domi circa un migliaio tentarono perfino di organizzare una rivolta il 22 agosto del 1861 per impadronirsi della Fortezza. La rivolta fu purtroppo scoperta in tempo e il tentativo ebbe come risultato l’inasprimento delle pene con i piú costretti con palle al piede da 16 kg, ceppi e catene. Pochissimi riuscirono a sopravvivere: la vita in quelle condizioni, anche per le gelide temperature che dovevano sopportare senza alcun riparo, non superava i tre mesi. La liberazione avveniva solo con la morte e i corpi venivano disciolti nella calce viva. Una morte senza onore, senza tombe, senza lapidi e senza ricordo.
Fenestrelle – Soldati in uniforme borbonica onorano i caduti
Per Borghezio è necessario applicare metodi revisionistici in campo scientifico e quindi candidare Lombroso al Nobel
Per valutare la statura (politica) e lo spessore (culturale)di alcuni esponenti della razza padana è sufficiente la faccia;
le parole si commentano da sole e pensieri e concetti (certamente non originali) sono leggermente datati.
Le cannonate ad alzo zero contro il Sud ed i suoi cafoni hanno però anche la necessità d’innescare processi simmetrici di tipo leghista secondo il vecchio adagio napolitano
” Giorgio se ne vo ì e u vescovo nu vo mannà” che tradotto per i nostri celti cispadani suona così:” Giorgio se ne vuole andare ed il vescovo lo vuole mandare via”.
Un movimento autonomista al Sud, perfettamente speculare alla Lega Nord, sarebbe indubbiamente utile alla causa. Del Nord.
Così si potrebbe ripartire senza rancori!
” Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato; scurdammece u passat, simm i napoli paisà”
Anche i migliori matrimoni finiscono!
” Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato; scurdammece u passat, simm i napoli paisà”
Anche i migliori matrimoni finiscono!
Perfetto, quindi Voi e tutti i Vs amici ve ne tornate a casa e lasciate il Nord, giusto?
Come si fa a fare ragionamenti del genere: siete Voi che venite al Nord, non viceversa… Quanti Napoletani ci sono a Milano e quanti Milanesi invece ci sono a Napoli.
Ma per cortesia…
Mario R. non sai di cosa parli. noi veniamo al nord solo per ragioni lavorative altrimenti il vostro nord ci fà proprio schifo. se in seguito alla guerra che avete vinto con disonore e solo grazie all’aiuto inglese e francese le condizioni economiche non si fossero ribaltate stai tranquillo che nessun duosiciliano sarebbe mai venuto al nord.. ti sei mai chiesto chi ha inventato il debito pubblico? te lo dico io.. i piemontesi.. ti sei mai chiesto come mai un cesso di teatro osceno come la scala è uno dei più famosi del mondo, mentre i bellissimi San Carlo di Napoli e Massimo di Palermo sono famosi solo come esempi estremi di bellissima architettura? ti dico anche questo? solo perchè avete affamato il sud e concentrato tutte le ricchezze al nord.. e dopo 150 anni di vostri sforzi resta comunque più bello il sud. ti sei mai chiesto perchè il nostro erede alla corona è una persona seria e il tuo balla il tip tap e vende i cetrioli in tv mentre il padre l’ha scampata ad un processo per omicidio solo grazie alle sue conoscenze? Romano Nicola ha perfettamente ragione.. se si potesse ripartire da zero sarebbe la cosa migliore..
Con la nostra fierezza, onoriamo quei caduti a cui non è stata mai dedicata una piazza, un vicolo, usurpato da coloro che hanno contribuito agli interessi del piemonte oltre che ai propri.Ai miei figli ho raccontato questa storia fatta con la distruzione di intere famiglie, molte arse vive,dolori e vergogne che non si studiano a scuola. Viva il Sud a cui non è stato inculcato l’odio come avvenuto al Nord, che ci chiamano terroni nel 2010.
Perchè i vostri poveri soldati non si sono battuti’ perchè i vs poveri soldati non hanno distrutto i mille di Garibaldi’ perchè non si sono opposti al “regime”?
mediatate e poi pensate che la libertà di un popolo non si conquista non i piagnistei che sono scuse per scaricare le colpe sempre su altri.
RICORDATE E MEDITATE LA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA CIRCA 5000 SOLDATI PIEMONTESI CONTRO PIU DI 20MILA SOLDATI FRANCESI. MA NON UNO DEI NOSTRI è ARRETRATO. E I FRANCESI SONO TORNATI A CASA. Ancora oggi come sempre sarà a luglio ci sara una festa in ricordo e a monito per le generazioni future come esempio.
La libertà si conquista con le battaglie e non con i piagnistei.
Quseto è solo un esempio e altre centinaia sono disponibili. nei secoli ci siamo battuti contro vicini molto piu forti e potenti di noi Francia e Austria. loro erano un impero noi UNA REGIONE. ma ci siamo battuti sempre a TESTA ALTA.
Ti sbagli i successi militari nella storia delle Due Sicilie si contano a bizzeffe, abbiano sempre mandato via austriaci, francesi e tutti quelli che ci volevano invadere, nel 1860 vi fu un colpo di stato in cui buona parte della classe politica dusiciliana passo dalla parte piemontese. Non si vincono le guerre se si ha pure il governo contro.
ognuno aveva(e purtroppo ha) la classe politica che si merita….meditate gente!
Caro Davide sono d’accordo con te, prendetevela quindi coi vostri “ascari” passati ai Savoia.
Pica era abruzzese, non piemontese.
Quanto ad Agostino Parisi se il nostro nord gli fa schifo può restarsene a casa sua, nessuno lo oggliga a cotanto supplizio.
Quanto alla truffa chiamata unità d’Italia fu solo un’espansione dei Savoia con la quale poterono pagare i debiti alle banche inglesi e francesi.
EXO Xiumin
Commemorazione alla fortezza di Fenestrelle(TO), il lager dei Savoja «Comitato storico della Lombardia Comitato storico della Lombardia
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